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La promessa di Matthias Steiner: un oro olimpico per amore

  • Immagine del redattore: Michele Operoso
    Michele Operoso
  • 7 lug
  • Tempo di lettura: 8 min

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Pechino, 19 agosto 2008. Un uomo gigantesco si inginocchia sulla pedana del sollevamento pesi, abbracciato al bilanciere. Le lacrime gli rigano il viso, ma sono lacrime di gioia: Matthias Steiner ha appena compiuto l’impossibile, vincendo la medaglia d’oro olimpica nel sollevamento pesi supermassimi, contro ogni pronostico. Non era il favorito, anzi in pochi credevano in lui. Ma Matthias aveva qualcosa che gli altri non avevano: una promessa incisa nel cuore. Quella vittoria era per Susann, la donna che amava, e per la promessa d’amore che le aveva fatto. Questa è la sua straordinaria storia di perseveranza, una storia d’amore e di forza di volontà capace di sollevare il peso più grande.


Un amore nato per caso


Matthias Steiner e sua moglie Susann
Matthias Steiner e sua moglie Susann

Matthias Steiner, nato in Austria nel 1982, era un ragazzo gentile e determinato, un “gigante buono” dal cuore d’oro. Sin da giovane mostrò un talento naturale per il sollevamento pesi, diventando pluricampione nazionale nella categoria 105 kg. Eppure, a livello internazionale non riusciva a brillare: i risultati fuori dai confini austriaci erano deludenti e la sua carriera sembrava bloccata. Come se non bastasse, litigò con la federazione austriaca, abbandonando la nazionale dopo i campionati europei del 2005 in circostanze burrascose. A soli 23 anni, il suo sogno olimpico pareva allontanarsi.

Fu allora che il destino mise sulla sua strada Susann. Durante le Olimpiadi di Atene 2004, Susann – una giovane donna di Zwickau, in Germania – vide in TV un’intervista a Matthias su Eurosport e ne rimase colpita. C’era qualcosa in quel gigante dagli occhi buoni che la conquistò all’istante. Susann trovò il coraggio di scrivere all’emittente televisiva chiedendo un contatto con quell’atleta: contro ogni aspettativa, riuscì a ottenere il suo indirizzo email. Iniziò così una corrispondenza intensa tra i due, nonostante i chilometri di distanza. Quando finalmente si incontrarono di persona, fu chiaro che tra Matthias e Susann era nato un amore profondo. Il gigante aveva trovato la sua forza nell’amore di quella ragazza intraprendente. Matthias decise di trasferirsi in Germania per stare con lei, la chiese in moglie e avviò le pratiche per ottenere la cittadinanza tedesca.


La promessa di un oro olimpico

Matthias dovette attendere tre anni per poter gareggiare per la Germania, periodo in cui restò fuori dalle competizioni internazionali. Furono anni difficili, in cui mantenersi in forma senza poter gareggiare richiedeva tenacia. Ma accanto a lui c’era Susann a sostenerlo con il suo amore. In quel periodo Matthias fece a sua moglie una promessa audace: un giorno avrebbe vinto un oro olimpico, e lo avrebbe vinto per leii. “Vincerò alle Olimpiadi per te, amore”, le disse un giorno in palestra, col cuore colmo di determinazione. Era una promessa d’amore e di riscatto: sentiva di doverle quel trionfo, per tutto ciò che Susann gli aveva donato in fiducia e coraggio. Da quel momento, Matthias si allenò più duramente che mai, determinato a raggiungere un livello che non aveva mai toccato prima.


La tragedia e la caduta

Purtroppo, la vita aveva in serbo una prova durissima. Il 16 luglio 2007 sembrava un giorno qualunque, ma in pochi attimi il mondo di Matthias andò in frantumi. Quel giorno Susann stava guidando la sua auto quando un altro veicolo, un SUV, la colpì frontalmente. L’incidente fu devastante e Susann perse la vita sul colpo. Matthias ricevette la notizia più terribile che potesse immaginare: la sua amata moglie non c’era più. A 25 anni, il “gigante buono” si ritrovò schiacciato da un dolore insopportabile.

Nei giorni successivi, Matthias cadde in una profonda depressione. Perse 8 kg in pochi giorni, consumato dal dolore e dalla mancanza di voglia di vivere. Tutto gli sembrava privo di senso: come poteva importargli ancora dello sport, delle Olimpiadi, senza Susann al suo fianco? Quella promessa che le aveva fatto ora sembrava un peso insostenibile, un sogno infranto. Matthias si chiuse nel suo dolore, passando ore e ore a rivivere ogni ricordo di quell’amore così grande e così tragicamente breve.


La forza di un ricordo

Eppure, proprio frugando nei ricordi, Matthias ritrovò un motivo per rialzarsi. In un momento di quiete, la sua mente tornò a quella scena in palestra, a quelle parole dette a Susann: la promessa di vincere alle Olimpiadi per lei. Susann non avrebbe più potuto essere al suo fianco fisicamente, ma Matthias comprese che poteva ancora renderla orgogliosa mantenendo quella promessa. Niente gli avrebbe restituito Susann, ma ora la sua vita aveva di nuovo uno scopo.

Con rinnovata determinazione, Matthias decise di onorare la memoria di sua moglie nel modo in cui lei avrebbe voluto: continuando a vivere e a lottare per il loro sogno comune. Si rimise ad allenarsi con il cuore a pezzi ma la volontà di ferro. Doveva recuperare il peso perduto, rimettersi in forma e qualificarsi per le Olimpiadi che si sarebbero tenute l’anno seguente a Pechino. A gennaio 2008 finalmente ottenne la cittadinanza tedesca e poté tornare alle gare internazionali. Solo sette mesi dopo la tragedia, Matthias Steiner era di nuovo in pedana, più determinato che mai a mantenere la sua promessa.

I primi risultati non tardarono ad arrivare. A gennaio 2008 vinse il torneo pre-olimpico di Pechino sollevando un totale di 423 kg. In primavera partecipò ai Campionati Europei 2008: anche lì fece un’ottima figura, conquistando medaglie e dimostrando di essere tornato competitivo ai massimi livelli. Ma la vera sfida doveva ancora venire: l’appuntamento cerchiato in rosso sul calendario era la finale olimpica di Pechino, 19 agosto 2008. Matthias era riuscito ad arrivarci: ora non restava che giocarsi tutto.


L’impresa ai Giochi di Pechino



Alle Olimpiadi di Pechino 2008, nella categoria oltre 105 kg, pochi occhi erano puntati su Matthias Steiner. I favoriti erano altri: dopo il ritiro della leggenda iraniana Hossein Rezazadeh (detentore del record mondiale), i pronostici indicavano come protagonisti il russo Evgeny Chigishev e il campione mondiale lettone Viktors Ščerbatihs. Steiner era considerato un outsider, presente quasi più per coronare la sua storia personale che non per salire sul podio.

La finale iniziò e subito sembrò confermare le previsioni. Nello strappo (la prima delle due prove del sollevamento pesi) Matthias ottenne 203 kg come miglior risultato, fallendo il terzo tentativo a 207 kg. Con quei 203 kg, a metà gara Steiner era soltanto quarto in classifica. Davanti a lui c’erano Ščerbatihs e Chigishev con carichi superiori. L’oro pareva già sfumato: recuperare tanti chili nel successivo slancio sarebbe stato quasi impossibile.

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Si passò così alla prova di slancio (clean & jerk). I rivali diretti alzarono la posta: Ščerbatihs provò addirittura 257 kg ma fallì, fermandosi a un totale di 448 kg. Chigishev invece andò in testa sollevando 250 kg nello slancio, raggiungendo un totale impressionante di 460 kg. Per Matthias Steiner, che dopo i primi due tentativi di slancio era arrivato a 451 kg totali, la situazione era chiara: aveva già in tasca almeno la medaglia d’argento, un risultato insperato fino a pochi mesi prima. Ma l’oro, il suo oro per Susann, era distante 10 kg in più rispetto a Chigishev. Dieci chilogrammi oltre il limite, un salto enorme a questi livelli: un’impresa disumana, l’aveva definita qualcuno.

In quei momenti decisivi, però, Matthias non pensò a cosa fosse ragionevole o sicuro. Pensò a quella promessa. Aveva promesso a Susann che avrebbe vinto per lei, e quella era l’unica occasione per farlo. Poteva accontentarsi dell’argento e giocare sul sicuro – avrebbe comunque realizzato un piccolo miracolo sportivo – ma il cuore gli diceva di tentare il tutto per tutto. Steiner chiese che sul bilanciere venissero caricati 258 kg per l’ultimo tentativo di slancio, un peso che andava oltre ogni suo precedente record personale. Il pubblico trattenne il fiato: stava davvero per provare quella follia?

Matthias si avvicinò al bilanciere. Dentro di sé non era solo: in ogni fibra sentiva la presenza di Susann, la forza di quell’amore che lo aveva riportato in piedi. Con un urlo soffocato in gola e ogni muscolo del suo corpo teso allo spasimo, Steiner agganciò il bilanciere e lo portò al petto. Un istante di equilibrio precario… poi con uno sforzo sovrumano lo spinse sopra la testa. 258 kg sollevati! Il bilanciere tremò in alto per alcuni interminabili attimi, ma Matthias lo dominò. Quando lo lasciò cadere a terra, aveva totalizzato 461 kg: abbastanza per l’oro olimpico, un kg sopra Chigishev.

Per un attimo ci fu silenzio, come se nessuno credesse a ciò che aveva visto. Poi esplose il boato del palazzetto. Matthias Steiner rimase un istante immobile, quasi incredulo, poi le sue gambe cedettero: crollò a terra in ginocchio, scoppiando in lacrime di gioia. Ce l’aveva fatta. Contro ogni previsione, contro ogni limite, aveva mantenuto la sua promessa. Quella medaglia d’oro non era solo sua: era di Susann.

Steiner urlò e pianse, alzando le braccia al cielo, in un mix incontenibile di esultanza e commozione Gli avversari e il pubblico compresero di aver assistito a qualcosa di più di una gara sportiva: era la vittoria dell’amore sulla disperazione, della perseveranza sul destino avverso. In pochi minuti Matthias Steiner era passato dall’essere uno sconosciuto outsider al realizzare una delle imprese più emozionanti nella storia delle Olimpiadi.


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La dedica a Susann sul podio

Poco dopo, durante la cerimonia di premiazione, arrivò il momento più commovente di tutti. Matthias salì sul gradino più alto del podio e ricevette al collo la pesante medaglia d’oro. Ma non era solo: quando i fotografi si avvicinarono, lui estrasse una fotografia di Susann. La tenne accanto al viso, sorridendo tra le lacrime. In quel gesto c’era tutto: l’amore mai dimenticato, la promessa mantenuta, il desiderio che lei condividesse quel momento. Di fronte al mondo intero, Matthias dedicò la vittoria alla sua amata moglie.

Alla stampa e al pubblico emozionato raccontò quello che sentiva nel cuore in quell’istante: «Durante la finale Susann era con me. Solitamente non credo a queste cose o a poteri paranormali, ma era con me. Spero che mi abbia visto e sia orgogliosa di me». Erano parole piene d’amore: Matthias non era un tipo superstizioso, ma sul podio sentiva Susann accanto a sé, in qualche modo. Tutto il pubblico ebbe un tuffo al cuore di fronte a quella dichiarazione e a quella foto stretta sul petto del campione. In quel momento, in molti piansero insieme a lui. L’immagine di Matthias Steiner sul podio con la foto di Susann è diventata iconica: la prova vivente di quanto la forza dei sentimenti possa spingerci oltre ogni limite.

Matthias aveva riscattato tre anni di dolore e sacrifici in un solo, indimenticabile momento. Aveva trasformato la tragedia in trionfo, il lutto in motivazione. Quella medaglia d’oro brillava non solo del metallo prezioso, ma dell’amore eterno tra lui e Susann.


Oltre la vittoria: un esempio per tutti

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La storia di Matthias Steiner non finisce con quell’oro olimpico. Dopo Pechino, la vita gli ha riservato nuove sfide e anche nuove gioie. Nel 2010 si è sposato di nuovo e ha formato una famiglia, trovando la forza di voltare pagina pur senza dimenticare. Ha proseguito la carriera sportiva per alcuni anni, ma nessun altro risultato potrà mai eguagliare l’impresa del 2008. Quello rimane il capitolo più importante della sua vita sportiva, scritto con la forza del cuore e dei muscoli.

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Ritiratosi dallo sport agonistico, Matthias Steiner è dimagrito di 45 kg e ha intrapreso una nuova missione: ispirare gli altri. Ha sviluppato il “Principio Steiner” per promuovere uno stile di vita sano, combinando esercizio fisico, alimentazione e consapevolezza mentale. Il suo messaggio fondamentale è semplice ma potente: «La cosa più importante è accettare ciò che non si può cambiare... una volta accettato, sei in grado di concentrarti su ciò che puoi fare». Parole che riflettono esattamente ciò che Matthias ha messo in pratica nella sua vita: accettare il dolore per poter andare avanti e trasformarlo in forza.

Oggi Matthias Steiner è un simbolo vivente di come l’amore e la perseveranza possano darci ali persino nelle situazioni più buie. La sua storia ci insegna che anche di fronte a tragedie inimmaginabili è possibile trovare dentro di sé la motivazione per non arrendersi. La promessa fatta per amore ha dato a Matthias una ragione per continuare a lottare quando tutto sembrava perduto, rendendolo capace di prestazioni oltre i propri limiti.

Questa storia d’amore e coraggio tocca il cuore perché è vera: ci ricorda che la differenza tra l’impossibile e il possibile, a volte, risiede nella passione con cui inseguiamo un sogno. Che la storia di Matthias Steiner sia d’ispirazione per chiunque si trovi ad affrontare ostacoli difficili nella vita.


Big Mike Operoso

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