Fibromialgia: perché il Pilates può essere una scelta sostenibile
- Michele Operoso

- 17 ott
- Tempo di lettura: 3 min
La fibromialgia (FM) è una condizione caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, affaticamento, disturbi del sonno e “brain fog”. Le linee guida internazionali concordano su un punto: l’esercizio fisico è il cardine del trattamento, con approcci graduali e centrati sulla persona. Il Pilates, per natura a basso impatto e con grande attenzione a respirazione, controllo e consapevolezza, può essere una scelta sostenibile nel lungo periodo.

Cosa dice la ricerca (in breve)
Linee guida: Le raccomandazioni EULAR per la gestione della fibromialgia indicano l’esercizio come unica raccomandazione “forte a favore” tra le terapie, da applicare con progressione graduale in base ai sintomi.
Evidenza specifica sul Pilates: Una meta-analisi 2024 suggerisce che il Pilates può ridurre il dolore e migliorare la qualità di vita nei pazienti con FM (pur con necessità di ulteriori studi di alta qualità).
Trial clinici: Studi randomizzati hanno riportato miglioramenti di dolore, funzionalità e qualità di vita dopo programmi di Pilates rispetto a controlli/altre attività a bassa intensità. Esempi: Altan et al., 2009; Çağlayan et al., 2021 (clinical Pilates, individuale vs. di gruppo).
Dose e progressione: Revisioni su esercizio nella FM indicano che 2–3 sessioni/settimana con intensità da bassa a moderata, progredite lentamente, sono associate a benefici su dolore, ansia e qualità di vita.
Traduco in pratica: il Pilates non è “magico”, ma è un tipo di esercizio strutturato che — se ben dosato e costante — può offrire benefici clinicamente rilevanti su sintomi e funzione, come altre modalità aerobiche/di forza raccomandate nelle linee guida.
Perché “sostenibile” per chi ha fibromialgia
Pacing & autoregolazione: il metodo favorisce ritmi controllati, pause e progressioni graduali (evitando i picchi “boom & bust” tipici della FM).
Respirazione guidata: il cueing respiratorio del Pilates può aiutare rilassamento, modulazione del dolore e controllo del core in sicurezza.
Basso impatto, alta consapevolezza: movimenti fluidi, attenzione alla tecnica e possibilità di scalare (mat, piccoli attrezzi, Reformer) aumentano l’aderenza nel tempo.

Cosa aspettarsi (realisticamente)
Miglioramenti moderati in dolore, funzione e qualità di vita dopo 8–12 settimane; effetti cumulativi con la continuità. Non “cura” la FM, ma aiuta a gestirla.
Non sempre superiore ad altri esercizi: la scelta va fatta su preferenze, accesso, comorbilità e risposta individuale. L’importante è mantenere l’esercizio nel lungo periodo.
Protocollo Perseverance – esempio 8–12 settimane
Frequenza: 2–3 sedute/sett. (50–60′). Intensità percepita (RPE): 3–5/10, con progressione lenta.
Settimane 1–4 (Fondamenta & pacing)
Obiettivi: ridurre rigidità, migliorare schema respiratorio e consapevolezza posturale.
Esercizi tipo (Mat): breathing laterale costale; imprint/neutral pelvis; pelvic clock; knee folds; spine mobility (cat-cow controllato, book-openers toracici); glute bridge corto ROM; side-lying leg series leggera; mobilità caviglia/piede.
Note: diario sintomi (dolore/affaticamento 0–10) e “regola delle 24 ore” (se i sintomi aumentano ≥2 punti per >24h, ridurre volume la seduta successiva).
Settimane 5–8 (Forza dolce & controllo dinamico)
Obiettivi: migliorare tolleranza al carico e stabilità segmentaria.
Mat/Reformer: footwork leggero, leg springs a basse molle, short box estensioni controllate, shoulder bridge progressivo, rowing leggero, swimming modificato, side kicks controllati, wall roll down con assist.
Progressione: +1 serie sugli esercizi tollerati; mantenere RPE 4–5.
Settimane 9–12 (Integrazione & autonomia)
Obiettivi: trasferire il controllo a gesti quotidiani (alzarsi, sollevare, camminare).
Circuito dolce: 6–8 esercizi full-body (controllo scapolare, estensioni toraciche, pattern d’anca, equilibrio monopodalico) + 10–15′ di camminata o cyclette a fine seduta, se gradita.
Complementi consigliati: 2 camminate leggere/sett. (15–30′), igiene del sonno, gestione dello stress; valutare supporto educazionale/CBT in caso di ansia/depressione associate.

Sicurezza & adattamenti
Personalizzazione sopra tutto: giorni “no” → ridurre ampiezza/serie, mantenere respirazione e mobilità dolce. Giorni “sì” → piccole progressioni, mai “spingere oltre il dolore persistente”.
Comorbilità (osteoporosi, instabilità, vertigini): scegliere varianti senza flessione spinale profonda o carichi eccessivi; valutare sempre con l’istruttore.
Gruppi vs individuale: entrambi validi; alcuni pazienti riferiscono migliore fiducia e aderenza con iniziale 1-to-1 prima del gruppo.
Domande frequenti
Pilates o aerobica leggera?Entrambe hanno evidenze; la scelta può essere “e/o”. L’importante è muoversi con regolarità e in modo tollerabile: molti trovano nel Pilates un punto di partenza più gestibile, poi affiancano camminata/cyclette.
Quante volte a settimana?Punta a 2–3 sedute regolari, intensità bassa-moderata, progressione lenta: è il dosaggio che più spesso risulta efficace nelle revisioni su FM.
In quanto tempo vedrò benefici?Spesso entro 8–12 settimane si osservano miglioramenti di dolore e funzione; la continuità nel tempo consolida i risultati.
In sintesi
L’esercizio è il pilastro nella FM; il Pilates è una modalità valida e sostenibile per molte persone, con prove di efficacia su dolore, funzionalità e qualità di vita.
La chiave è pacing + progressione dolce + costanza. Integrare, quando possibile, camminate leggere e strategie per sonno/stress.
Fonti principali: EULAR 2017 (esercizio come raccomandazione forte), meta-analisi Pilates 2024, RCT su Pilates nella FM, revisioni su dose/progressione dell’esercizio nella FM. Frontiers+4ard.eular.org



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