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Quanto è sano il tuo rapporto con il cibo? Scoprilo con un semplice test di autovalutazione

  • Immagine del redattore: Michele Operoso
    Michele Operoso
  • 21 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Hai mai avuto la sensazione di non avere il pieno controllo sul tuo modo di mangiare, o ti sei chiesto se dietro certe scelte alimentari si nascondono emozioni più profonde? Comprendere il proprio rapporto con il cibo è un primo passo verso un’alimentazione più equilibrata e consapevole. In questo articolo, ti proponiamo un breve test di autovalutazione che può aiutarti a fare chiarezza sulle tue abitudini. Ricorda però che non si tratta di uno strumento diagnostico: se ti accorgi di avere difficoltà significative, è importante parlarne con un professionista.


Perché fare un test di autovalutazione?

  • Consapevolezza: Riconoscere i segnali di fame fisica ed emotiva ti permette di mangiare in modo più equilibrato.

  • Prevenzione: Individuare comportamenti a rischio può aiutarti a intervenire prima che diventino problematici.

  • Punto di partenza: Un test, per quanto semplice, può essere l’avvio di un percorso di cambiamento o miglioramento delle tue abitudini alimentari.


Come funziona il nostro mini-test

Di seguito troverai alcune domande che potrai valutare con un punteggio da 1 a 5 (dove 1 significa “mai” o “per nulla” e 5 significa “sempre” o “molto”). Prenditi un momento di calma, leggi le domande e rispondi in modo sincero, pensando alle ultime due o tre settimane della tua vita.


  1. Ti capita di mangiare per noia, stress o ansia, piuttosto che per vera fame?


  2. Desideri cibi specifici (di solito molto saporiti o dolci) quando ti senti sotto pressione o giù di morale?


  3. Ti senti in colpa o provi vergogna dopo aver mangiato determinati cibi?


  4. Hai regole alimentari molto rigide (ad esempio, “mai carboidrati dopo le 18”) e ti senti ansioso/a se non riesci a seguirle?


  5. Quando inizi a mangiare un cibo che ti piace molto, hai la sensazione di perdere il controllo e di non riuscire a fermarti?


  6. Ti capita di mangiare di nascosto o di non voler far sapere agli altri cosa e quanto hai mangiato?


  7. Continui a mangiare anche quando senti di essere sazio/a, finendo per sentirti “troppo pieno/a”?


Totale punteggio: la somma dei tuoi voti fornirà un’indicazione generale sul tuo rapporto con il cibo. Più risposte “alte” (4 o 5) hai dato, maggiore potrebbe essere la presenza di fattori emotivi o di controllo eccessivo legati all’alimentazione.


Interpretazione dei risultati (in modo orientativo)


  • 0-10 punti

    Probabilmente il cibo non occupa un ruolo problematico nella tua quotidianità. Magari ogni tanto ti concedi sfizi o senti una lieve fame nervosa, ma nulla di preoccupante.


  • 11-20 punti

    Potresti avere qualche abitudine che nasce più dalle emozioni che dalla vera fame, oppure tendi a essere troppo rigido/a nelle tue regole alimentari. È un segnale da tenere d’occhio.


  • Oltre 20 punti

    Questo punteggio potrebbe indicare un rapporto con il cibo più complesso, caratterizzato da episodi di fame emotiva o senso di colpa. Cerca di osservare con attenzione i momenti in cui mangi, le quantità e le emozioni correlate: potrebbe essere il momento di parlarne con un professionista.


Che fare se ti riconosci in alcune di queste difficoltà?

  1. Diario alimentare ed emotivo: Provare a tenere un quaderno in cui annoti cosa mangi, quando e come ti senti prima e dopo il pasto. Questo può aiutarti a individuare pattern ricorrenti e a distinguere la fame fisica da quella emotiva.


  2. Mindful Eating: Prenditi il tempo di mangiare senza distrazioni (niente TV, smartphone o computer). Ascolta i segnali del corpo, mastica lentamente e fermati quando ti senti sazio/a.


  3. Ricerca di un professionista: Se noti che la maggior parte delle volte in cui mangi è legata a stress, tristezza o ansia — o se percepisci senso di colpa o eccessivo controllo — potrebbe essere utile consultare un nutrizionista, dietista o psicologo specializzato in comportamento alimentare. Sarà in grado di aiutarti a comprendere le dinamiche profonde e a stabilire strategie personalizzate.


  4. Supporto esterno: Parla con amici, familiari o gruppi di supporto, per condividere la tua esperienza. Spesso, confrontarsi con chi ha vissuto situazioni simili può far sentire meno soli e offrire consigli pratici.


Conclusioni

Il rapporto con il cibo è intimamente legato alle nostre emozioni, alle regole e alle convinzioni che coltiviamo nel tempo. Questo mini-test di autovalutazione non fornisce risposte assolute, ma è un invito a fare un primo passo verso la consapevolezza di eventuali comportamenti alimentari problematici.

Se dai risultati emergono segnali di disagio o difficoltà, non esitare a rivolgerti a un professionista. Con il giusto supporto e un approccio graduale, è possibile trasformare il tuo rapporto con il cibo in una relazione più serena, equilibrata e appagante.

Ricorda: prendersi cura di sé significa anche riconoscere quando si ha bisogno di aiuto.Buon percorso di consapevolezza alimentare!

 
 
 

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