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OBESITÀ INFANTILE IN ITALIA: PARLIAMONE!

  • Immagine del redattore: Michele Operoso
    Michele Operoso
  • 27 feb
  • Tempo di lettura: 4 min

L’obesità infantile è un problema di salute pubblica sempre più diffuso a livello mondiale e, purtroppo, anche l’Italia non fa eccezione. Negli ultimi anni, diverse iniziative istituzionali e locali hanno cercato di arginare il fenomeno, con risultati lievemente incoraggianti, ma la strada da percorrere è ancora lunga.



Uno sguardo ai dati

1. Prevalenza di sovrappeso e obesitàSecondo gli ultimi rilievi di OKkio alla Salute, il sistema di sorveglianza promosso dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, circa il 20% dei bambini italiani è in sovrappeso e circa il 9-10% è obeso. Nel complesso, quindi, quasi 3 bambini su 10 presentano un eccesso di peso in età scolare (6-10 anni).

2. Differenze territorialiI dati evidenziano come le regioni meridionali abbiano una prevalenza di obesità e sovrappeso più elevata rispetto al Nord e al Centro. Si tratta di un fenomeno multifattoriale che dipende da vari aspetti, tra cui disponibilità economica, cultura dell’attività fisica e diffusione di corrette abitudini alimentari.

3. Confronto con l’EuropaL’Italia, nonostante possa vantare la dieta mediterranea come patrimonio UNESCO, presenta livelli di eccesso ponderale infantile ancora significativamente più alti rispetto ad altri Paesi europei. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’obesità infantile è un problema in costante crescita a livello globale, seppur in alcuni Paesi europei si siano registrati deboli segnali di miglioramento grazie a campagne di prevenzione più capillari.


Perché i bambini ingrassano? I fattori predisponenti

  1. Alimentazione scorrettaMerendine, snack zuccherati, bibite gasate e cibo “spazzatura” contribuiscono a un surplus calorico quotidiano che, se non bilanciato da attività fisica adeguata, favorisce l’aumento di peso.

  2. SedentarietàL’aumento del tempo trascorso davanti a TV, videogiochi, smartphone e tablet riduce drasticamente la pratica motoria e sportiva, indispensabile per un sano sviluppo psicofisico.

  3. Influenza dell’ambiente familiareLe abitudini alimentari e motorie si formano soprattutto in famiglia. Spesso sono i genitori stessi, inconsapevolmente, a trasmettere stili di vita non salutari ai figli, offendo cibi poco bilanciati o non incentivando all’esercizio fisico.

  4. Contesto socio-culturaleIn alcune realtà locali, soprattutto del Sud Italia, l’accesso a palestre, infrastrutture sportive o luoghi sicuri dove svolgere attività fisica (parchi, piste ciclabili, spazi verdi) è limitato, rendendo più difficile l’adozione di uno stile di vita attivo.


Le conseguenze dell’obesità infantile

L’obesità in età evolutiva non va trascurata, perché aumenta il rischio di sviluppare, anche precocemente, malattie cronico-degenerative come:

  • Diabete di tipo 2

  • Ipertensione

  • Malattie cardiovascolari

  • Problemi ortopedici (dolori articolari, alterazioni posturali)

  • Disturbi psicologici (ansia, bassa autostima, depressione)

Inoltre, un bambino obeso ha una maggiore probabilità di diventare un adulto obeso, con conseguenze importanti sia sulla salute individuale che sui costi sanitari.


Cosa si sta facendo in Italia: iniziative e programmi

  1. Educazione alimentare nelle scuoleA livello nazionale e regionale, esistono progetti di educazione alimentare che insegnano ai bambini come riconoscere gli alimenti sani, bilanciare i pasti e ridurre il consumo di zuccheri e grassi saturi.

  2. Promozione dell’attività fisicaAlcune regioni stanno introducendo più ore di educazione fisica nelle scuole e proponendo eventi sportivi dedicati ai più piccoli (giornate di sport all’aperto, tornei e competizioni). Anche le amministrazioni comunali, in certi casi, investono per rendere i centri urbani più “a misura di bambino”, con piste ciclabili, aree verdi e parchi giochi.

  3. Campagne di sensibilizzazione per le famiglieLe iniziative mirano a coinvolgere genitori e tutori, offrendo consigli su come preparare pasti equilibrati e come gestire il “tempo schermo” dei più piccoli. Il coinvolgimento attivo della famiglia è fondamentale per trasformare le buone intenzioni scolastiche in abitudini quotidiane.

  4. Programmi sanitari e linee guida ministerialiIl Ministero della Salute e le società scientifiche (pediatri, nutrizionisti, dietisti) forniscono periodicamente linee guida e raccomandazioni per la prevenzione e il trattamento dell’obesità infantile, puntando su un approccio multidisciplinare che integri la componente nutrizionale con quella psicologica e motoria.


Come possiamo intervenire?

  1. Favorire una dieta equilibrata

    • Introdurre più frutta e verdura nei pasti quotidiani

    • Ridurre drasticamente bibite zuccherate, snack ipercalorici e cibo da fast-food

    • Impostare orari regolari per i pasti (colazione, pranzo, cena) evitando spuntini continui

  2. Incentivare l’attività fisica

    • Aumentare il tempo dedicato allo sport e al gioco attivo all’aria aperta

    • Limitare il tempo davanti agli schermi, proponendo alternative ludico-sportive

  3. Educare e coinvolgere tutta la famiglia

    • Promuovere un ambiente domestico sano, dove i bambini possano imparare con l’esempio

    • Organizzare attività di movimento che coinvolgano genitori e figli insieme (passeggiate, escursioni, giochi all’aperto)

  4. Collaborazione tra istituzioni, scuola e territorio

    • Rafforzare i programmi di educazione alimentare e motoria nelle scuole

    • Sensibilizzare le comunità locali a creare spazi urbani “child-friendly”

    • Supportare i medici di base e i pediatri affinché possano accompagnare le famiglie verso scelte più salutari


Conclusioni

L’obesità infantile in Italia rimane una sfida impegnativa. Nonostante qualche miglioramento negli ultimi anni, è necessario continuare a promuovere politiche di prevenzione efficaci e a lungo termine. Educare i più piccoli (e le loro famiglie) a una dieta bilanciata e a uno stile di vita attivo è la chiave per invertire la tendenza e assicurare alle nuove generazioni un futuro più sano.

Fonti e approfondimenti:

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